Autore: Fausto Presutti

   Collana: Educazione

   Titolo: MODELLI DI COMUNICAZIONE

             NELL'INSEGNAMENTO

   Codice ISBN: 978-88-96887-09-7

   Formato: 210x297 mm foglio A4

   Pagine: n. 54

   Prezzo: € 5,00 iva inclusa

 

INDICE

 

MODELLI DI COMUNICAZIONE NELL’INSEGNAMENTO

 

 

Capitolo 1: LO SVILUPPO STORICO-CULTURALE DEI CODICI DI COMUNICAZIONE pag. 4
Note bibliografiche pag. 11

Capitolo 2: I CODICI DI COMUNICAZIONE

pag. 12

 

A. Espressione mimico-gestuale e linguaggio delle mani e del corpo

pag. 15

B. Rappresentazione grafico-pittorico-plastico e linguaggio delle immagini

pag. 19

C. Spiegazione scolastica e linguaggio verbale

pag. 23

D. Testi scolastici e linguaggi scritti

pag. 25
E. Sussidi didattici, messaggi audiovisivi e linguaggi artificiali pag. 29

Note bibliografiche

pag. 32
   
Capitolo 3: ANALISI DELLA COMUNICAZIONE VERBALE NELLE RELAZIONI SCOLASTICHE Pag. 36

A. Analisi dell’interazione verbale di N.A. Flanders

pag. 37
B. Le categorie dell’interazione verbale di E. Amidon e E. Hunter pag. 38

C. Il sistema di analisi dell’interazione educativa nell’insegnamento di H. Franta

pag. 40

D. Il sistema di analisi delle funzioni dell’insegnamento di M. Hughes

pag. 42
E. Il sistema di analisi del comportamento didattico-educativo di G. De Landsheere pag. 43

F. Analisi della comunicazione scolastica di W.W. Lewis, J.M. Newell e J. Withall

pag. 46

G. Analisi del linguaggio della classe di Arno A. Bellack e collaboratori

pag. 47

Note bibliografiche

pag. 49

Concetti base

Questionario di verifica

pag. 51

pag. 54

 

 

SUNTO

Concetti base 

MODELLI DI COMUNICAZIONE NELL'INSEGNAMENTO

L'attività didattica, spesso resa complessa dalla difficoltà di comunicazione e di valutazione, è di­venuta oggetto di studio per coloro che applicano nel campo educativo i principi della teoria dell'in­formazione e della scienza della comunicazione.

In campo educativo, la comunicazione viene intesa come un insieme di rapporti i cui elementi sono: il contesto ambientale e sociale, il contenuto del messaggio, il metodo, il codice di trasmissio­ne e la capacità di decodificazione.

Nel rapporto educativo, mentre il messaggio deve essere adeguato a trasmettere conoscenze e abilità, il comportamento dell'insegnante deve esprimere sentimenti e concetti con autenticità. È necessario pertanto che l'insegnante possegga tecniche e metodi di analisi della comunicazione e che il suo modo di interagire sia coerente con la sua personalità. Il codice di comunicazione utilizza­to, a sua volta, condiziona sia i rapporti sociali che le forme di pensiero.

Poiché l'obiettivo principale del rapporto educativo è la promozione di una comunicazione tota­le e di una espressione globale della personalità di ogni alunno, è necessario utilizzare molteplici for­me di comunicazione caratterizzate da vari codici.

L'espressione mimico-gestuale serve a trasmettere sensazioni ed esigenze fisiche attraverso i mo­vimenti del corpo, del viso e delle mani. Questi movimenti possono essere spontanei oppure finaliz­zati alla comunicazione di messaggi significativi. La strutturazione di questi movimenti finalizzati con­sente di realizzare un codice mimico-gestuale, connotato da una propria grammatica e sintassi.

 L'uso del codice mimico-gestuale è basilare per lo sviluppo di capacità di comunicazione, di astrazione men­tale e di rappresentazione della realtà.

La rappresentazione grafico-pittorico-plastica e il linguaggio delle immagini permettono lo svi­luppo delle capacità di creatività e di rappresentazione estetica, psicologica e artistica, mediante l'u­so di forme, di colori e delle dimensioni spaziali. L'acquisizione e lo sviluppo del linguaggio delle im­magini permettono lo sviluppo e l'estensione: delle capacità visive, delle capacità di memorizzazione e di concettualizzazione, di comunicazione e di espressione. Il disegno è un mezzo fondamentale per "leggere" e "scrivere" la realtà; nell'attuazione delle capacità grafico-pittoriche si sviluppano la rap­presentazione soggettiva, la descrizione e progettazione della realtà. E' fondamentale, inoltre, svi­luppare le attività di manipolazione plastica in maniera da realizzare espressioni artistiche e artigianali.

Il linguaggio verbale è lo strumento principale di comunicazione nei processi educativi, fonda­mentale per sviluppare processi mentali per la costruzione di concetti e di interpretazioni intelletti­ve. L'astrazione e la generalizzazione concettuale sono le principali caratteristiche della comunica­zione verbale.

Fino ad oggi, la spiegazione verbale è stata il metodo più usato nella comunicazione didattica, anche se ha favorito un atteggiamento passivo ed un apprendimento di tipo mnemonico. Recenti sperimentazioni didattiche hanno introdotto il metodo della scoperta e quello dell'animazione co­me integrazione della spiegazione scolastica. Infatti, per lo sviluppo delle capacità degli alunni è im­portante sia l'apprendimento di conoscenze scolastiche sia l'acquisizione di metodi e di strategie edu­cative durante il processo didattico.

Il linguaggio verbale è determinato dall'abilità del “saper parlare” (caratterizzato dagli aspetti fo­netico, morfologico, semantico e sintattico) e del "saper ascoltare" (caratterizzato dal riconoscimen­to del significato, dall'attuazione di relazioni e di previsioni logiche, dall'organizzazione semantica, grammaticale e sintattica, dalla comprensione mentale-linguistica).

Il  linguaggio scritto è un codice di comunicazione che consente di descrivere e di classificare co­noscenze, superando la fisicità spaziale e temporale degli avvenimenti.

Il linguaggio scritto è caratterizzato dall'abilità del "saper leggere" e del "saper scrivere"; l'inse­gnamento della lettura e della scrittura è caratterizzato dall'attuazione del metodo globale, sillabico o analitico, invece per l'acquisizione delle regole grammaticali e sintattiche occorre utilizzare il me­todo pragmatico, funzionale e strutturale. Per l'acquisizione del linguaggio verbale è fondamentale per il bambino comunicare con gli adulti e discutere con i coetanei, mentre l'apprendimento del leg­gere e dello scrivere è determinato da diversi metodi didattici coadiuvati dall'uso di libri scolastici e, meglio ancora, di biblioteche di classe.

Numerosi sussidi didattici, strumenti audiovisivi. computer e macchine per insegnare, realizzati grazie allo sviluppo socio-tecnologico, vengono utilizzati nel campo scolastico permettendo l'attua­zione di un nuovo progetto psicopedagogico. Lo sviluppo dell'informatica e delle tecnologie dell'e­ducazione consente un diverso modo di comunicare e di strutturare i processi didattici. Tali strumenti infatti devono essere programmati in rapporto ad obiettivi precisi in modo che l'apprendimento si sviluppi in base: alle strutture logico-conoscitive dell'argomento trattato, alle caratteristiche psico­logiche e di capacità degli alunni, ai ritmi di apprendimento e agli interessi di ogni alunno, alle capa­cità di autonomia e di autocontrollo nel processo didattico e di autovalutazione dei risultati.

Usando i sussidi didattici e le tecnologie dell'educazione si modificano radicalmente i compiti dell’insegnante e le sue funzioni educative.

La comunicazione verbale nel processo educativo viene realizzata mediante colloqui strutturati, l'analisi delle domande e delle risposte, l'interazione verbale. I sistemi educativi e gli interventi dell’insegnante sono stati analizzati mediante l'osservazione di una serie di categorie di funzioni che si sviluppano nel processo didattico.

Secondo il modello di Flanders, il comportamento verbale del docente rappresenta un'immagi­ne fedele dei processi d'insegnamento. Il "sistema di analisi delle interazioni" (SAI) di Flanders è carat­terizzato dalla classificazione dell'influenza indiretta (comportamento democratico) e diretta (com­portamento autoritario) delle espressioni verbali del docente, delle espressioni verbali degli alunni e dagli stati di silenzio, di rumore e di confusione.

Secondo il modello di Amidon-Hunter i momenti fondamentali del processo d'insegnamento so­no: sviluppare gli interessi, programmare l'attività scolastica, insegnare conoscenze, stimolare rela­zioni psico-sociali ed effettuare valutazioni didattiche. Questi processi d’insegnamento possono essere analizzati mediante il "sistema di categorie di interazione verbale" (SCI\/), caratterizzato dalla clas­sificazione degli interventi introduttivi dell'insegnante, dalle risposte verbali dell'insegnante, dalle risposte verbali degli alunni agli interventi del docente, dagli interventi introduttivi degli alunni.

Secondo il modello di Franta, i processi d'insegnamento sono classificati mediante tre dimensio­ni educative (la capacità di controllo, la capacità emozionale e la capacità di congruenza), che consen­tono di sviluppare i processi psicologici di stima e di autoesplorazione degli alunni. Le forme di "inte­razione verbale" tra l'insegnante e gli alunni, considerate nel modello di Franta, sono: la moralizza­zione, la dogmatizzazione, la diagnosi, l'interpretazione, la generalizzazione, l'identificazione, il dare soluzioni (pushing).

Con il "Prove code for the analysis of teaching" di Hughes si può rilevare la qualità dell'istruzione dell'insegnante attraverso l'analisi delle seguenti funzioni educative: funzioni di controllo, di imposi­zione, di facilitazione, di svolgimento del contenuto, di risposte personali, di risposte affettive posi­tive e negative.

De Landsheere, rielaborando le funzioni educative di Hughes, ha costruito un sistema di analisi del comportamento verbale dell'insegnante che consente di identificare la direzione e il ruolo del docente nei processi educativo-didattici.

Il modello di Lewis, Newell e Withall consente di analizzare la comunicazione scolastica mediante l'osservazione delle categorie: chiede informazioni, chiede o accetta direttive, chiede opinioni o analisi, ascolta, dà informazioni, dà suggerimenti, dà direttive, dà opinioni, dà analisi, mostra sentimenti po­sitivi, inibisce la comunicazione, mostra sentimenti negativi, nessuna comunicazione.

Secondo il modello di Bellack l'insegnamento è un gioco comunicativo, in cui è importante sco­prire le regole e i ruoli di chi insegna e di chi impara. Le categorie utilizzate da Bellack per analizzare il gioco comunicativo sono: le azioni verbali (caratterizzate dalle funzioni di strutturazione, sollecita­zione, di risposta e di reazione), i cicli didattici (caratterizzati dal processo introduttivo e dal proces­so conclusivo) e il senso delle azioni verbali (caratterizzati dal senso sostantivo, dal senso sostantivo­logico, dal senso istruttivo, dal senso istruttivo-logico).

 

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